II Parte
della Visita alla Cappella di Sant'Urbano
e alla Mostra "dalla Morte alla Vita"
- domenica 21 Novembre 2010,
io e le bambine.
Per colonna sonora ho voluto mettere la canzone di Andrea Bocelli:
Ama, Credi e Vai!
Si ri-confà con il Vangelo di San Giovanni sulla "Risurrezione di Lazzaro", perché solo la Fede, la Speranza e la Carità possono essere la chiave per interpretare questo Miracolo.
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All'interno della LA CAPPELLA DI SANT'URBANO NELLA VIA ANGELICA, illustrata nel precedente post e sulla quale ci sarebbe tanto altro da dire e da fotografare,
vi è stata allocata:
vi è stata allocata:
la MOSTRA DI 30 ARTISTI CONTEMPORANEI
sulla RISURREZIONE DI LAZZARO.
Qui di seguito riporto la NOTA INTRODUTTIVA al Catalogo della Mostra (curato da Fabrizio Mandorlini) scritta da:
Don Lido scrive:
DON LIDO FRESCHI,
parroco della Chiesa dei S.S. Filippo e Giacomo al Pino di PONTE A ELSA, che nel 1982 fu l'artefice di questa iniziativa artistica.Don Lido scrive:
"INIZIO' TUTTO NEL 1982"
PAOLO VI nella lettera agli artisti scriveva:
"L'artista moderno è soggettivo, cerca più in se stesso che fuori di sé i motivi dell'opera sua, ma proprio per questo è spesso eminentemente umano. E' altamente apprezzabile... Oggi come ieri. La chiesa ha bisogno di voi e si volge verso di voi".
Come si è giunti ad avere una collezione di grandi opere a carattere religioso su un unico tema?
Iniziò tutto nel 1982, ed ero da poco arrivato parroco nella piccola parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo a Pino.
Eravamo nei primi giorni dell'anno quando il Consiglio Pastorale Parrocchiale mi chiese di riorganizzare la festa tradizionale di San Lazzaro che per decenni era stata accantonata, pur essendone viva la memoria.
Nacque un palio, il palio di San Lazzaro.
Pensammo di coniugare la festa religiosa e popolare con qualcosa che restasse nel tempo
e caratterizzasse questo percorso.
Il simbolico riconoscimento ai vincitori delle competizioni dei rioni paesani poteva essere una pittura su San Lazzaro.
A questa iniziativa risposero positivamente i pittori sanminiatesi:
Giolli, Giannoni, Tropei, Lotti, Mori
ed i pittori dell'area pisana:
Calloni, Ghezzani, Fornaini,
successivamente, i diversi professori dell'Accademia delle Belle Arti di Brera:
Fiume, Brindisi.
Nel 1994 mi recai a Milano ed ebbi il primo incontro col maestro
Ernesto Treccani:
un dialogo molto aperto che fu il fondamento di una grande amicizia.
Colui che aveva dato vita a "Fondazione Corrente" oltre a dare la sua adesione alla realizzazione dell'opera, ne parlò positivamente con tanti suoi amici, aprendo un percorso che ha portato a coinvolgere:
Tadini, Terruso, Longaretti, Cottini.
Negli anni successivi, l'incontro col nuovo direttore dell'Accademia di Brera:
Natale Addamiano,
con cui è scaturita un'altrettanta bella amicizia, ha portato il maestro a realizzare un frontale nella piccola cappella, antico lebbrosario, una resurrezione di Lazzaro e nella chiesa parrocchiale di Pino, una Via Crucis.
Con lui è iniziato un nuovo ciclo di maestri pittori, tutt'ora in atto.
Fatti curiosi e incontri con questi personaggi del mondo dell'arte?
Tanti e belli, ricordi per me indelebili, come quando chiesi se si sentiva di realizzare un'opera sulla resurrezione di Lazzaro.
Il maestro rispose: <<Ma lo sa che io sono un "mangiapreti"? E lei viene a chiedermi di realizzare un'opera sacra?">>
<<Leggiamo insieme la pagina del Vangelo e poi mi dirà.>> - Replicai.
<<E' una pagina molto umana e piena di dolore, la realizzerò.>> - Acconsentì.
Da allora fino alla sua morte, abbiamo tenuto ottimi rapporti.
Quando incontrai il russo Plescan, dopo ore di attesa, avevo perso ormai la speranza di incontrarlo. Quella sera il maestro era introvabile per tutti.
Mentre aspettavo vidi arrivare un uomo molto semplice, stanco, come un operaio che tornava da una dura giornata di lavoro.
<< Scusi se la ricevo così, - mi dice - ero a pitturare a Leoncavallo>>.
Infatti il Leoncavallo non è stato del tutto abbattuto perchè è stato pitturato, tra gli altri anche da Plescan.
A tutti gli artisti che hanno acconsentito di realizzare l'opera ho consegnato la pagina evangelica da rappresentare. A tutti la stessa: "La Resurrezione di Lazzaro" tratta dal Vangelo di Giovanni.
Su quelle parole nasce una collezione che la piccola chiesa parrocchiale di Pino accoglie da trent'anni e che si cresce ogni anno di una nuova opera.
don Lido Freschi
Parroco di Pino - Ponte a Elsa
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Qui di seguito allego la pagina del Vangelo che Don Lido, consegnò, e continua a consegnare ogni anno, agli artisti che intesero, ed intendono, rappresentare il tema della Mostra:
Vincent Van Gogh, La Resurrezione di Lazzaro, (1890), olio su carta, 65 x 50, Amsterdam Rijksmuseum da: http://www.copia-di-arte.com/a/vincent-van-gogh-1/resurrezione-lazzaro.html Dal Vangelo secondo Giovanni |
11,3 - 7.17.20-27.33b-45
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: “Signore, ecco, colui che tu ami è malato”. All’udire questo, Gesù disse: “Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato”. Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: “Andiamo di nuovo in Giudea!”.
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederà”. Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Gli rispose Marta: “So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno”. Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno. Credi questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”.
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: “Dove lo avete posto?”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere!”. "Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: “Guarda come lo amava!”. Ma alcuni di loro dissero: “Lui, che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che costui non morisse?”.
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: “Togliete la pietra!”. Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni”. Le disse Gesù: “Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?”. Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: “Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato”. Detto questo, gridò a gran voce: “Lazzaro, vieni fuori!”. Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: “Liberatelo e lasciatelo andare”. Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
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Inserisco alcuni articoli usciti su "La Domenica", il giornale della Diocesi di San Miniato:
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Inaugurata a San Miniato la Mostra d’Arte Contemporanea:
«Dalla morte alla vita»
Sabato 6 Novembre nella Via Angelica, nella chiesa di S. Urbano, nella cripta della preghiera dei frati e nella sottostante cappella di S. Pietro si è inaugurata la mostra d’arte sacra contemporanea con opere conservate nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo a Ponte a Elsa (e di proprietà della stessa).
Trenta pittori, da Salvatore Fiume a Ernesto Treccani, da Remo Brindisi a Natale Addamiano, da Sabina Capraro a Luciana Manelli, ai sanminiatesi Dilvo Lotti, Franco Giannoni, Sauro Mori, Giorgio Giolli e Pietro Tropei, si sono confrontati con il tema di fondo delle questioni esistenziali dell’uomo di ogni tempo ( da qui il titolo della mostra «dalla morte alla vita») e hanno interpretato la pagina evangelica della risurrezione di Lazzaro. Hanno dato vita così a un unicum tematico a livello internazionale che non ha precedenti nell’arte contemporanea, nella cui costruzione ha avuto un ruolo determinante l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Hanno presenziato ed inaugurato la mostra il vescovo di San Miniato mons. Fausto Tardelli, il sindaco Vittorio Gabbanini, il vicesindaco Chiara Rossi, l’assessore provinciale alla Cultura Silvia Pagnin, il parroco di Ponte a Elsa don Lido Freschi, il pittore Sauro Mori e la critica d’arte Patrizia Vezzosi. Sauro Mori, uno dei pittori che eseguirono un dipinto del Lazzaro, relazionando sulle opere esposte, ha sottolineato l’importanza di partire dalla pagina dell’Evangelista e da quella, comune a tutti, poter avviare la propria figurazione di dare un volto al Cristo e di raffigurare l’effetto della Parola sulla natura viva o morta. Ha sottolineato l’importanza della simbologia e della luce universalmente intesa e ha evidenziato la valenza didattica della collezione, adatta ad essere analizzata in modo particolare da studenti e scuole d’arte. Ha fatto inoltre notare come la presenza di autori noti e altri pressoché sconosciuti arricchiscono la collezione di voci diverse, ma tutte in sintonia col testo di partenza. Patrizia Vezzosi ha fatto porre l’attenzione sull’originalità di alcune opere realizzate da presenze femminili (Scali, Borruso, Capraro, Manelli) che hanno ben rappresentato la vicenda di Lazzaro e ha rilevato come tutte le opere abbiano una notevole capacità di comunicazione, cosa abbastanza rara ma fondamentale per un’agevole e facile fruizione. Don Lido ha ricordato gli avvenimenti del lontano 1982, quando intenzionato a rivitalizzare la festa di San Lazzaro con giochi e gare popolari, si rivolse al pittore Giolli perché gli dipingesse il «cencio» secondo le usanze dei palii del circondario. Giolli si rese subito conto della poca importanza che il «cencio» avrebbe acquisito e suggerì di eseguire un dipinto ispirato alla Resurrezione di Lazzaro. La proposta piacque e iniziarono i dipinti su tale soggetto che andarono ad arricchire le pareti della chiesa parrocchiale. Prima furono presi in considerazione artisti locali, poi la provvidenza volle il fortunato incontro col maestro Ernesto Treccani e poi con Salvatore Fiume, Remo Brindisi, Natale Addamiano (l’attuale direttore Palio San Lazzaro) le quattro grosse personalità che aprirono alla pittura milanese e a Brera. Ponte a Elsa, senza averlo immaginato, stava diventando sede di una raccolta a tema, unico nel suo genere e di importanza unica.
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Arte, fede e vita
di don Lido Freschi
Ogni anno, in occasione della benedizione delle famiglie, poterle incontrare e dialogare con esse è un dono del Signore e una grande gioia per me. È il sentirsi parrocchia, famiglia, che ci spinge a migliorare e a sentirsi uniti. La parrocchia è chiamata ad esprimere il profilo di una Chiesa viva, non intimorita dalle difficoltà, non mortificata dalle battute d’arresto, non frustrata dall’esiguità numerica di certi risultati, ripiegata su lamentazioni inutili. La tentazione di disagio non sorprende, al contrario.
Siamo di fronte ad una situazione inedita, per la quale nessuno è in grado di offrire ricette di immediata e facile soluzione. Tuttavia, il passo dei credenti verso il terzo millennio non risente affatto della stanchezza che il peso di duemila anni di storia potrebbe recare con sé. I cristiani si sentono piuttosto rinfrancati a motivo della consapevolezza di recare al mondo la luce vera, Cristo Signore.
Infatti la sua resurrezione ci ha dato certezza, la presenza fra noi e l’aiuto di Cristo nostra Pasqua. Ogni anno nelle famiglie porto la riproduzione (con le preghiere) del dipinto di San Lazzaro. Un messaggio di resurrezione figurato che sollecitando cultura e sensibilità diverse, sa sempre suscitare, risvegliare atavici e cari ricordi legati alla propria cultura e fede. Ogni artista riesce sempre a dare emozioni e sentimenti sempre nuovi e sinceri.
In questo percorso artistico e spirituale ho incontrato il grande maestro Ernesto Treccani che di anno in anno, con la collaborazione del professor Natale Addamiano, mi ha fatto incontrare i più grandi artisti contemporanei. Oggi, vedere realizzata una mostra d’arte sacra, nello stupendo proscenio della via Angelica a San Miniato, così apprezzata e visitata, mi dà grande gioia.
Desidero ringraziare il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini, il vicesindaco Chiara Rossi, e l’Amministrazione Comunale per aver attuato con competenza e sapienza questa mostra, in particolar modo nell’ambito della «Quarantesima Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato». Migliaia e migliaia di visitatori potranno visitarla, ammirarla. Un ringraziamento di cuore e di riconoscenza a mons. Fausto Tardelli, nostro Vescovo, che ci ha sempre sostenuti con la preghiera e la sua paterna premura in questo itinerario spirituale ed artistico dei pittori dell’opera di San Lazzaro Mons. Fausto ha curato inoltre la prefazione del volume sui trenta artisti che hanno realizzato nel corso degli anni l’opera pittorica sulla trasfigurazione di Lazzaro «Dalla morta alla vita», edizioni Fm (vedi a lato). Un pregevole volume con note e relazioni artistiche, biografie e riproduzioni fotografiche di questi grandi pittori contemporanei.
Sabato 6 novembre, mons. Vescovo ha presenziato all’inaugurazione della Mostra d’Arte Sacra nella Via Angelica e impartito la benedizione del Signore ai visitatori.
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La prefazione alla Mostra
del vicesindaco Chiara Rossi:
San Miniato è città d'arte, di storia e di cultura. È così da secoli e lo testimoniano le tante bellezze del sistema museale cittadino, gli affreschi e le opere che le chiese raccolgono e custodiscono, i palazzi medievali, le piazze, i monumenti. Veri e proprio scrigni dove l’ingegno dell’uomo ha lasciato segni indelebili di periodi storici ed epoche che si sono succedute fino a noi. La valorizzazione di tutto quanto di bello il territorio comunale propone è una delle priorità per l’amministrazione comunale di San Miniato attraverso il mantenimento di una prerogativa culturale nazionale e al tempo stesso strada da seguire per gli anni a venire.
Tra i segni artistici di questo nostro tempo, che lasceremo alle generazioni future, ci saranno sicuramente le opere che hanno come tema «Dalla morte alla vita, la Resurrezione di Lazzaro», un vero e proprio unicum nell’arte contemporanea nazionale costruitosi in un percorso trentennale nella comunità di Pino di Ponte a Elsa.
Segno e testimonianza della vivacità culturale di San Miniato e dei tanti enti, associazioni ed istituzioni.
Chiara Rossi, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di San Miniato
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LE OPERE E GLI ARTISTI:
FOTOGRAFIE DI RITA COSTAGLI
GIORGIO GIOLLI
1982
Valeva la pena mandare nel magico mondo del Web
RispondiEliminaqueste belle immagini. Internauti solitari le incontreranno fra tante altre di gusto diverso.
Complimenti a Don Lido che le ha raccolto e a te,
Rita, che le hai fatte librare così in alto.
Molto belle le foto. I temi, a mio giudizio, hanno sviluppi differenziati: Tempi troppo brevi rispetto ad altri.
RispondiEliminaAnche le tessere dei grandi mosaici sono uguali.
E' una questione di equilibrio. Quello che esiste
nelle cose, a cominciare dal corpo umano.