FONTI ALLE FATE - LA RISCOPERTA - 14.08.2010 - UNA BAMBINA, UNA DONNA E UN GATTO.

Fonti Alle Fate - LA Riscoperta - 14.8.2010 Slideshow: Rita’s trip to San Miniato, Tuscany, Italy was created by TripAdvisor. See another San Miniato slideshow. Take your travel photos and make a slideshow for free.

RITA: DI TUTTO UN PO'

Rita Costagli Alias Ritrilly Slideshow: Ritrilly’s trip from San Miniato, Tuscany, Italy to 9 cities Paris, Livorno, Pistoia, Tirrenia, Cecina, Empoli, Marina di Pisa, Rosignano Marittimo and Cascina was created by TripAdvisor. See another Italy slideshow. Create your own stunning free slideshow from your travel photos.

SAN MINIATO - ARTE E SAGRA DEL TARTUFO - 21.11.2010

San Miniato - Arte E Sagra Del Tartufo - Nov'2010 Slideshow: Rita’s trip to San Miniato, Tuscany, Italy was created by TripAdvisor. See another San Miniato slideshow. Create your own stunning free slideshow from your travel photos.

PASSEGGIANDO PER MONTOPOLI IN VAL D'ARNO - 24.11.2010

lunedì 20 settembre 2010

ECCLESIASTICI CON ORIGINI SANMINIATESI - ANDREA GHINI de' MALPIGHI O MALPIGLI - I PARTE -

PREFAZIONE:
Una serie di bellissime tele, anche se in piccole angolazioni squarciate, si sono manifestate a me, in maniera del tutto inaspettata (come la canzone di Biagio Antonacci e Leona Lewis), mentre stavo compiendo un servizio umile ed al tempo stesso nobile. 




Da non competente ed inesperta d'arte pittorica quale sono, ho potuto, soltanto, godere di tale vista e della disposizione armonica di questi dipinti, collocati in un ambiente intimo e curato, quasi dimenticato dal tempo e dimentico del mondo esterno.
Mi sono lasciata tentare dalla più bella sensazione che potessi provare, ossia immortalare queste pose secolari in un formato digitale, per condividerle con il resto del popolo di internet, ma oggi che mi appresto a inserirle nel post, vedo i "loro sguardi" bucare le tele e lo schermo del mio computer.


L'altra tentazione che sto cercando di soddisfare, con grande difficoltà, è quella di avventurarmi nell'etere informatico, in cerca di notizie attendibili e inedite, per noi comuni abitanti di San Miniato "al tedesco", su costoro, raffigurati in abiti prelatizi, che dopo una prima istanza, rivelano una veste assai più sontuosa e ricca, in quanto personaggi chiave del tardo Medioevo e del Rinascimento d'importanza "internazionale" quale anelli di congiunzione tra stati fisici e culturali, per l'epoca in cui videro la luce.


Ho creduto, inizialmente e con molta superficialità, che questi Uomini di Chiesa fossero alcuni Vescovi della nostra diocesi, non tenendo conto che la Diocesi Vescovile di San Miniato nacque, per intercessione dell'arciduchessa Maria Maddalena d'Austria, vedova di Cosimo II de' Medici, con Bolla di Creazione del Papa Gregorio XV pubblicata nel Concistoro del 5 dicembre 1622.

Quindi, oggi stesso, scopro quei prelati, essere personaggi con cariche assai più elevate: cardinali, medici, ambasciatori, legati pontifici, ecc. ecc. fino, nel caso di Cosma (Cosimo) e Damiano ad arrivare ad impalmare il martirio e la santità.
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ANDREAS MALPIGLI MINIAT:EPISCOP: ATREBAT: S:R:E:  CARDIN:A.N: 1321
Fotografia di Rita Costagli

La prima tela, che ho fotografato, nella Sala Capitolare della Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Genesio, rappresenta il ritratto di 
ANDREA GINI o GHINI de' MALPIGHI o MALPIGLI, 
vissuto nella prima metà del 1300 (XIV secolo) e divenuto cardinale sotto papa CLEMENTE VI, dopo essere stato vescovo d'Arras e poi vescovo di Tournay.
Nei testi di erudizione storica ed ecclesiatica sono riportate le sue mirabili opere di legato pontificale, ecc. ma non si conosce, almeno per ora, la data ed il luogo di nascita dello stesso.
Questa tela, manifesta una sua origine Sanminiatese.
Sarà effettivamente così? Nei testi, ritrovati finora, si parla di origini fiorentine, ma anch'io lo credo nostro compaesano e tenterò di ricercarne le prove.

Cito e riporto le indicazioni e gli episodi trovati su ANDREA MALPIGLI tramite il motore di ricerca di Google:
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da wikipedia alla voce: 
                                
nato Pierre Roger, 
(Rosiers-d'Égletons, 1291 – Villeneuve-lès-Avignon, 6 dicembre 1352), 
fu il 198º Papa della Chiesa cattolica dal 1342 alla morte, 
(quarto dei Papi di Avignone). ...
Predecessore:Abate di FécampSuccessore:Prepozyt.png
 ?1326 - 1328 ?
Predecessore:Vescovo di ArrasSuccessore:Bishopcoa.png
Thierry d'Herisson1328 - 1329Andrea Ghini de Malpighi
Predecessore:Arcivescovo di SensSuccessore:Arcbishoppallium.png
Guillaume de Melun1329 - 1330Guillaume de Brosse II
Predecessore:Arcivescovo di RouenSuccessore:Arcbishoppallium.png
Guillaume de Durfort1329 - 1342Aimery Guenaud

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da wikipedia alla voce
                                   
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CRONOTASSI DEI VESCOVI

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  • Pierre Roger de Beaufort-Turenne, O.S.B. † (3 dicembre 1328 - 24 novembre 1329 nominato arcivescovo di Sens, poi eletto papa con il nome di Clemente VI) 

  • Andrea Ghini de Malpighi † (31 gennaio 1331 - 1333 nominato vescovo di Tournai)

  • ... 
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da Wikipedia:
Questa immagine è stata presa da:
CRONOTASSI DEI VESCOVI di TOURNAI 
  • ....
  • Willem van Ventadour † (1326 - 1333) 
  • Theobald van Saussoire † (1333) 
  • Andrea Ghini de Malpighi † (1333 - 1342) 
  • Jan des Prés † (1342 - 1349 deceduto) 
  • ....
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di Giovanni Della Casa,Jacopo Carlieri,Carlo Maria Carlieri
pag. 34 
CAPITOLO INERENTE A: 
NOTIZIE INTORNO ALLA VITA DI MONS. GIO: DELLA CASA

 ... In Firenze trovo nove Personaggi di sette differenti generazioni di quella Famiglia descritti in un Ruolo, che noi diciamo Estimo , de'Nobili del Contado del 1365. con tutti i più certi segni di antica Nobiltà ; e massimamente per la chiarezza delle cospicue Casate, donde veggio per Atti pubblici essere uscite le loro Donne. Imperciocchè leggo fra essi Ghezzo di Talduccio , che si sposò in prime nozze con Bartolomea degli Attaviani , e poi con Niccolo fa degli Agli Lippo di Geri , il cui fratello Niccolò ebbe per moglie Francesca di Chiaro de' Cantori ; Francesco di Benintendi uno degli ascendenti per diritta linea di Monsignor Giovanni , la cui moglie fu Talana di quei da Cignano ; e Talduccio di Ghezzo , il cui fratello Antonio fu marito di Felice di Gio: de'Medici ; ed egli nel 1348. avea sposato Teffa vedova di Neri di Manetto pure de'Medici, figliuola, di Toscano de' Malpigli, famiglia grande fin d'allora anche in Francia , per la virtù del Cardinale Andrea Malpigli Vescovo prima d'Arras , e poi di Tornai, Fondatore del Collegio di Parigi , detto de' Lombardi , e premorto sei anni prima alla Sacra Porpora a preghiera del Re Filippo VI. di Valois, cui fu molto amico , per essere uomo savio , e valoroso , come lo chiama Giovanni Villani nel libro t.2 della sua Cronica, ove parla della sua Promozione   ...
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Fotografia di Rita Costagli
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dal Libro presente in Google Libri:
di Scipione Ammirato, Cristoforo del Bianco (called Scipione Ammirato, the Younger),Francesco del Soldato
LIBRO DECIMO 
(il quale inizia con: 
"Segue l'anno 1344"...) 
pag. 81 

... Mi sono abbattuto ad altra lettera, con la quale facevano instanza a sua Santità di poter far condurre in Firenze l' ossa del Cardinale Andrea morto nelle legazioni, per dar loro quella sepoltura onorevole, che meritava la sua dignità et valore. Questo Andrea, secondo Giovanni Villani, è de Malpigli et fu Vescovo di Tornai et fatto Cardinale dallo stesso Clemente l'anno 1342 nella sua prima promozione a richiesta di Filippo Re di Francia , al quale fu molto caro ; e secondo  l' antichità di Parigi del padre Breul è quelloche l'anno 1333, essendo Vescovo d'Arras, fondò insieme con un Pistolese, un Modanese, e un Piacentino, il collegio detto de Lombardi néll' università di Parigi. ...
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dell'eminentissimo Cardinale Giuseppe Agostino Orsi dell'ordine de' predicatori proseguita da fr. Filippo Angelico Becchetti
LIBRO SETTANTESIMO 
NONOLXXIX
pag. 156
LXXXV.
Fa d'uopo credere, che la virtù di quello illustre personaggio fosse Singolare, mentre volendo il Santo Padre provvedere il Sacro Collegio di nuovi Cardinali, fece ai 20. del mese di Settembre (1342) una promozione di dieci soggetti, tra i quali: il primo fu il mentovato Elia, il quale fu creato Cardinale prete del titolo di s. Vitale , e gli fu lasciata in amministrazione la stessa chiesa di Nicosia . Il secondo fu Guido di Boulogne, il quale nell'anno 1240 era salito su la cattedra di Lione, e fu creato Cardinale di s. Cecilia, il terzo fu Aimerico di Castello nella diocesi di Limoges, il quale era auditore delle lettere contradette , ed attualmente vescovo di Chartres, ed ebbe il titolo di s. Martino ai monti, il quarto fu Andrea di Ghino Malpigli nativo di Firenze , il quale avea fondato il collegio dei Lombardi in Parigi, nell' anno 1334. era stato trasferito dalla sede di Arras alla cattedra di

pag.157

Tournai . Egli fu fatto Cardinale prete del titolo di s. Susanna , il quinto fu quello Stefano Aubert vescovo di Clermont, che creato Cardinale dei ss. Giovanni e Paolo succedè a Clemente VI. sotto il nome d'Innocenzo VI., il sesto fu Ugone Rogerio fratello del medesimo santo Padre , il quale era stato destinato alla cattedra di Tulle , motivo , pel quale fu quindi conosciuto sotto nome di Cardinale Tullense , e fu promosso al titolo di s. Lorenzo in Damaso. Gli altri due erano nativi di Limoges . Il primo di essi fu Aimaro Robert, che fu creato Cardinale del titolo di s. Anastasia , ed il secondo fu Gerardo de la Garde parente del medesimo Pontefice , e Maestro generale dell'ordine dei Predicatori , il quale fu promosso al titolo di s. Sabina . I due ultimi Cardinali creati in questa promozione furono i diaconi di s. Eustachio , e di s. Maria in Cosmedin, delle quali chiese furono provveduti Bernardo de la Torre nell' Auvergne , il cui fratello si era congiunto in matrimonio con una nipote del Pontefice , e Guglielmo de la Lugie nipote per parte di donna di esso Clemente VI. ...


pag. 181

C. Mentre si faceva quelli trattati . il santo Padre ai 17. del mese di Febbrajo fece una promozione di due Cardinali, il primo dei quali fu Pietro Bertrando, che fu creato Cardinale prete del tìtolo di S.Susanna, e si chiamò quindi il Cardinale di Arras, perchè sedeva attualmente su quella cattedra , alla quale era stato trasferito da quella di Nevers, ed il secondo fu Nicola di Besse nipote per parte di sorella del medesimo santo Padre, e fu creato diacono di S. Maria in via lata. Fu quell'ultimo promosso ad istanza di tutto il Sacro collegio, ed il primo in seguito delle replicate suppliche di Giovanna regina di Francia. Clemente VI dichiarò in pubblico concistoro, che quelle istanze lo avevano determinato a fare quella improvvisa promozione, e che non avea perciò avuto agio di renderla più numerosa, e d'includervi alcun Italiano (2). In quel Concistoro dei XXX. del mese di Aprile nel quale fu eretta in Metropoli la mentovata chiesa di Praga, fu dichiarata cattedra episcopale la città di Algezira, che siccome abbiamo altrove esposto, fu quell'anno conquistata sopra i Mori da Alfonso Re di Castiglia . Pietro Re di Aragona aveva nell'anno scorso abbandonati gli interessì di quello Sovrano suo confederato nel principio di quella guerra, per volgere le sue armi contro
(2). Baluz Vit.pag. 869. 
pag. 182

Giacomo Re di Majorica , dei cui dominj aveva già determinato d'impadronirsi . Questo principe troppo debole per resistere a sì potente avversario , aveva implorata l' assistenza del santo Padre , e dopo di avere nell'anno precedente ottenuto , che l'arcivescovo d' Auch fosse incaricato d' inferire sentimenti di pace nell' animo del Re di Aragona , ai due del mese di Maggio dell' anno scorso si era presentato in Perpignano al Cardinale Andrea Malpigli legato apostolico , e si era esibito pronto a rendere omaggio a questo principe . Il Cardinale Andrea , che si era incaricato di trattare questo affare con tutto lo zelo , cessò di vivere ai 2. del mese di Giugno (1). , ed il Cardinale Bertrando d' Albi ottenne, che il Re Pietro si obbligasse ad una tregua di otto mesi . Ma poichè fu questa terminata il Re Pietro dopo di avere dichiarato , che le Isole di Majorica , Minorica e d'Ivica dovevano riunirsi per sempre alla corona d'Aragòna , nel mese di Maggio di quest' anno si mise in marcia alla testa delle sue truppe , ed entrò nella provincia di Roufillon , che dipendeva dal re Giacomo . ... 
(1). Baluz Vit. Pap. T I pag. 845 . Tom II pag. 610
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dal sito:
I Cardinali di Santa Romana Chiesa
Dizionario Biografico 
Clemente VI (1342-1352) 
Celebrato in Avignone

(4) 4. MALPIGHI Ghini, Andrea (? -1343)
Nascita: (Nessuna data trovata), Firenze. Da una famiglia nobile.
Istruzione: Ottenuto il dottorato in utroque iure, sia diritto canonico e civile, a La Sorbonne, Paris.
Primo periodo di vita: Canonico del capitolo della cattedrale di Tournai. Tesoriere dell'arcidiocesi di Reims. Elemosiniere del re Carlo il Bello di Francia verso il 1325. Consigliere di Filippo V re di Francia.Episcopato. Eletto vescovo di Arras, 18 dicembre 1329. Consacrato (nessuna informazione trovata). Trasferito alla sede di Tournai, 12 SETTEMBRE 1334, occupata la sede fino alla sua promozione al cardinalato. Fondatore del Collège des Longobardi a Parigi nel 1334, il monastero di S. Benedetto in Firenze, e del Collegio di S. Maria di Tournai a Padova. Fu amico del re Filippo dè Valois di Francia.
Cardinalato: Creato cardinale prete di S. Susanna nel concistoro del 20 settembre 1342. Nominato legato in Aragona, partì per la sua legazione il 1 febbraio 1343, la sua missione era quello di ottenere la pace tra Re Pedro di Aragona e Jaime di Maiorca.
Morte: 2 giugno 1343, durante il viaggio a Perpignan per incontrare il re Jaime di Maiorca. Fu sepolto nel monastero benedettino di Firenze, da lui fondato.

Bibliografia. 
Cardella, Lorenzo. Memorie storiche de 'cardinali della Santa Romana Chiesa. Roma: Stamperia Pagliarini, 1793, II, 160-161; Chacón, Alfonso. Vitae, et res gestae Pontificvm Romanorum et SRE Cardinalivm ab initio nascentis Ecclesiæ vsque annuncio Vrbanvm VIII. Pont. Max. 2 volumi. Romae: Vaticanis Typis, 1677, II, col. 492-493, "Essai de liste générale des Cardinaux. Les Cardinaux du XIVe siècle jusqu'au Grand Schisme". Annuaire Pontificio Catholique 1930. Parigi: Maison de la Bonne Presse, 1930, p. 149-150; Eubel, Conradus e Gulik, van Guglielmus. Catholica Medii Aevi Hierarchia. Volumen I (1198-1431). Monaco di Baviera: Sumptibus et Typis Librariae Regensbergianae, 1913, ristampa, Padova: Il Messagero di S. Antonio, 1960, pp. 18, 48, 115-116 e 489.
Link. biografico dati sintetici , in italiano.
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Dal Libro presente in Google Libri:
pag. 470
CAPÌTOLO VII

Come Papa Clemente VI fece più cardinali, tra' quali fu un nostro Fiorentino.
Nel detto anno (1342) per le digiune (1) di settembre, Papa Clemente VI appo Avignone, dove era la corte, fece dieci cardinali i nove oltramontani e l' altro messer Andrea Ghini Malpigli di Firenze antico cittadino Fiorentino d' Orlo San Michele, il quale era vescovo di Tornai del reame di Francia e molto amico del Re di Francia , e a sua preghiera fu fatto cardinale. Ma come piacque a Dio morì fra I' anno andando in Ispagna per legato, onde fu gran danno, che era savio e valente, e se fosse (a) vissuto avrebbe fatto onore e prò alla nostra città. Abbianne fatta memoria , perchè pochi cardinali o Papi sono stati in tanta città, com' è Firenze , per lo poco studio, che' Fiorentini fanno fare ai loro figliuoli per essere cherici, a loro difetto. Funne il cardinale Ottaviano de gli Ubaldini ; e dicesi, ma nollo affermiamo, fu un Papa Fiorentino di casa i Papeschi, e uno cardinale de' Bellagi di Porta s. Piero al tempo d' Arrigo III Imperadore. Lasceremo alquanto delle novità d'intorno e seguiremo i processi del duca d' Atene.


(1) Le digiune cioè quei digiuni che li chiamano latinamente question tempore

(a) e se fosse visso, avrebbe
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da Google Libri:
di Francesco Scipione Dondi dall' Orologio 
(march. bp. of Padua.)

pagina 79-80-81

XLV.
Nel dì 25 d'Aprile del predetto 1342, morì papa Benedetto XII in Avignone, e dopo la vacanza di dodici giorni della S. Sede venne eletto a Papa il Cardinal Pietro Rugeri Arcivescovo di Roven, e fu coronato il giorno di Pentecoste 19 di Maggio, prendendo il nome di Clemente VI. 
Ebbe questo Pontefice fino dal cominciare del suo pontificato il dolore di vedere che i due Re d'Aragona e delle isole Balearidi, sebbene fosser cognati, anziché unirsi per volgere le loro armi contro i Mori infedeli di Spagna e d'Africa, si facessero tra loro aspra e crudel guerra. Picciolo assai ne fu il motivo. 
Si lagnava il Re d'Aragona, che Giacomo Re delle Balearidi avesse in Perpignano battuta moneta con la sua effigie ; lo che era contro le convenzioni stabilite, per cui il Ronciglionese non dovea tenersi da Jacopo che provvisoriamente e come in deposito, e non mai quasi Sovrano, o esercitarvi diritti sovrani. 
A sedare, se pur era possibile, una tale discordia, il Papa spedì Armando Arcivescovo Aquense (144). Operò con tutto il zelo il Nunzio apostolico, ed aveva anche chiamate le parti contendenti a pacifiche trattative, quando il re d'Aragona, essendogli insorti nell'animo dei sospetti, né volendo ascoltar più mediazioni, ruppe ogni congresso, e la guerra ricominciò più furiosa e più accanita di prima. 
Fu dolorosissimo per il S. Padre l'avviso della rinnovata tenzone ma siccome i Mori di Granata e quei dell' Africa traendo vantaggio dalle dissensioni dei due Monarchi, si preparavano ad invadere con immenso esercito il rimanente delle Spagne, così volle il Papa di nuovo tentar di sopire questi rancori, e di unire queste due potenze, onde far fronte alla irruzione degl'Infedeli. 
A questo oggetto, creò Internunzio dell' apostolica Sede, il Cardinale Andrea Malpighi Vescovo di Tournai con ordine d'inibire e all' uno e all'altro Re d'invadere il regno altrui, ma invece di collegarsi alla comune difesa. 
Vi si recò il Cardinal di Tournai, ed è infallibile per autorità contemporanea che con lui andò Ildebrandino Vescovo di Padova. 
Qui fuerat in Catbalonia cum Domino Cardinali Tornacensi Legato (145). 
Lo stesso Giacomo Re aveva chiesto al Papa che spedisse il Cardinale Andrea, ed è probabile che Ildebrandino si ritrovasse fin dall'Ottobre in Avignone per prestar li suoi ossequj al nuovo Pontefice.
Intraprese il Cardinale il suo viaggio li primi mesi del 1343, e giunto nell'Aprile in Perpignano ebbe una conferenza col re Giacomo, e mentre disponevasi il Legato ad andar a Majorca s'infermò gravemente, e vi morì il secondo giorno di Giugno. 
Per questa morte il Papa spedi Legato il cardinal Bernardo Vescovo d'Albi. Se poi il Vescovo Ildebrandino sia ritornato indietro ad accompagnare le fredde spoglie del Cardinal di Tournai a Fiorenza, o abbia proseguito il viaggio con l'altro Legato in Ispagna, io non lo so. 
Pare più probabile però il credere abbia egli proseguito, giacché per essere stato fino a Perpignano non si potrà dire che fosse andato fino in Catalogna, e molto più che, il Petrarca, in una lettera poetica che scrisse ad Ildebrandino, e della quale parleremo a suo luogo, lo dice ritornato dai mari di Spagna. 
Nuper ab Oceano multa cum laude reversum Occiduo. 
Dal cardinal Bernardo fu stabilita una tregua per otto mesi, che non ebbe però effetto per parte di Pietro d'Aragona non tranquillo e non contento fin che non ebbe distrutto il regno Balearico.
.....
pag. 110
.....
LXIII.
Nell'anno 1366, si vuole istituito, nel borgo dei Vignali in Padova il Collegio Tornacense, da certo Pietro Braterio bolognese sotto la cura di Albiceo Brancasecca Lucchese Canonico di Tournai. 
Gli Statuti a questo collegio furono dati da Pileo Vescovo, e da Bonincontro Abbate di S. Cipriano, perpetui presidi istituiti a quel luogo. 
Il Baluzio nelle "note ai Papi Avignonesi", ed il Cardella nelle "Vite dei Cardinali" vogliono che questo collegio fosse, fin dal 1330, fondato dal Cardinale Andrea Malpighi Vescovo dì Tournai (192). 
Ma noi dobbiamo attenerci ai documenti riportati dal Facciolati Storico dell'Università. ...




Annotazioni: 
192) Balutii 
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Fotografia di Rita Costagli
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da un Libro presente in Google Libri: 
pag. 24

...In quanto poi ai cardinali fiorentini, secondo i computi del Cordella, e le ricerche da me fatte, sono i seguenti, che dividendoli per secoli , pongo avanti ad ognuno l' anno di loro esaltazione al cardinalato, ed ognuno ha la sua biografia in questo Dizionario. Non sono compresi gli aretini, i pisani, i sanesi ec., ma i soli fiorentini.
  • Secolo XI.
1073 s. Pietro Igneo Aldobrandini. 
1097 b. Bernardo degli liberti.
  • Secolo XII.
1138 Guido Bellagio.
1175 Laborante di Panormo, o di Pontolmo. 
1190 Gregorio Alberti.
  • Secolo XIII.
1244 Ottaviano Ubaldini.
  • Secolo XIV.
1342 Andrea Ghini Malpighi , o Malpigli. 
1366 Pietro Tornaquinci. 
1370 Pietro Corsini. 
1378 Bernardo Tarlati. 
1381 Angelo Acciaiuoli.
 Del cavaliere Gaetano Moroni Romano
vol XXX
pag. 247





GINI MALPIGHI Andrea, Cardinale. 
Andrea Gini Malpighi , Malpilia o Malpigli, nobile fiorentino, dotto in ambe le leggi, visse molto tempo in Francia, e come fornito di gran mente, di molta capacità ed esperienza negli affari , divenne consigliere ed intrinseco amico del re Filippo VI, e vescovo di Arras, donde fu trasferito a Tournay di cui era stato canonico. Clemente VI per impegno del cardinale Taleyrande de Perigueux, a' 20 dicembre 1342 lo creò cardinale prete del titolo di s. Susanna, altri dicono di s. Anastasia, e legato a latere nella Spagna per pacificare Giacomo re di Majorica, con Pietro re d'Aragona, che furiosamente guerreggiavano. 
Perdè la vita nell' incamminarsi alla sua legazione, dopo un anno di cardinalato nel 1343 in Perpignano, dove avea avuto un congresso col re Giacomo. 
I Sammartani dicono che morì in Firenze nel 1342. 
Certo è che il suo corpo venne trasferito a Firenze, e sepolto nella chiesa del monastero di s. Benedetto, da lui fondato e riccamente dotato. 
Nel 1330 avea in Parigi e nello stesso palazzo eretto un collegio detto dei lombardi, ed un altro in Padova denominato di Santa Maria di Tournay, e formò copiose ed annue rendite alla sua chiesa di Tournay.


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da Google Libri:
Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro 

sino al Pio Papa VII, 

V

olume III

 

di 

Gaetano Moroni

pag.180
Elezione di Papa Clemente VI in Avignone.
Nel secondo giorno del conclave, in cui si erano rinchiusi diciassette Cardinali, non già ventidue come asseriscono il Frizioni e il Panvinio, nè diciannove come scrivono l'Oldoino, e l'autore delle Vite de' Pontefici d'Avignone, fu il Cardinal Roger eletto Papa ai 7 maggio del 1342, col nome di Clemente VI. 
Ai 19 maggio si fece coronare nella chiesa de' domenicani ; assistendo e ministrando alla funzione Giovanni primogenito del re di Francia, che nelle principali strade d'Avignone, nella splendidissima cavalcata, gli servì da scudiero insieme a Giacomo duca di Bourbon, Filippo duca di Borgogna, Umberto delfino di Vienna, e molti altri signori francesi. Subito, ad esempio de' suoi predecessori, Clemente VI die' parte della sua esaltazione a tutti i sovrani dell'Europa, esortandoli a governar con dolcezza i loro popoli, ed a sostenere con tutte le forze la religione e l'accrescimento della fede. 
Invitarono tosto i romani il nuovo Pontefice a recarsi in Roma, compassionevole ve-
dova dapprima della sede imperiale, ed allora della Sede Apostolica. Capo dell'ambasceria per l'insigne sua eloquenza, fu deputato Nicolò di Lorenzo, conosciuto meglio sotto il nome di Colà di Rienzo, e tra gli altri ambasciatori vi fu Francesco Petrarca, il quale presentò al Papa un poema egregio per allettarlo al bramato ritorno ; ma si scusò Clemente VI per la necessità di comporre le atroci guerre degl'inglesi e de' francesi e di provvedere ai pericoli, che gli africani minacciavano alla Spagna ; il che obbligavalo a trattenersi al di là delle Alpi. Regolò per altro il governo de' romani, e ridusse il centenario dell' Anno santo del giubileo allo spazio di cinquanta anni, onde in Roma fu celebrato nel 1350 con tanto concorso, che dal Natale fino alla Pasqua caduta ai 28 marzo, si contarono sempre in Roma da un milione e duecentomila stranieri ; dalla Pasqua fino alla Pentecoste ottocentomila, e nell'estate sempre duecento mila. V. II. Anno SANTO.
Rinnovò Clemente VI le ammonizioni a Lodovico IV di Baviera, e ai 12 aprile 1343, alla presenza di numeroso popolo d'Avignone , gli confermò, e rinnovò le censure, il dichiarò privo di ogni dignità ed onore, ordinando ai vescovi di pubblicare ogni domenica, ed ogni festa le medesime censure. Ma il Bavaro, lungi dal ravvedersi sinceramente , incontrò persino l'indignazione degli elettori del sacro romano impero. Questi sollecitati dal Papa a provvedere alla vacanza dell' impero, meno due, nel mese di luglio elessero Carlo IV di Luxemburgo marchese di Moravia, già discepolo del Pontefice, figlio di Giovanni re di Boemia, e gli amba-
pag.181
sciatori del nuovo re de' romani nel fine di detto mese, prestarono a Clemente VI in Avignone, i soliti giuramenti, in nome del loro principe, che fu dal Papa confermato ai 6 novembre.
Nel 1342, Clemente VI fece ai 20 dicembre la prima promozione di dieci Cardinali, per la maggior parte suoi parenti, nove francesi, ed un solo italiano. 
Questi sono: 
  1. Ugo Roger del Limosino, fratello del Papa, morto in Carcassona nel 1363 ; 
  2. Aimerico de Chatelus del Limosino, consanguineo del Pontefice, presidente di Ferrara e rettore dell'Emilia, morto in Avignone nel 1350 ;
  3.  Andrea Gini Malpighi, fiorentino, intimo amico, e consigliere di Filippo VI re di Francia, morto nel 1343 in Perpignano
  4. Pietro Ciriaco di Limoges, uno de' legati per celebrare l'Anno santo in Roma, dove morì nel 1351; 
  5. Guido di Boulogne pronipote di s. Luigi IX e pro zio dell'Antipapa Clemente VII, morto nel 1373 in Lerida;
  6. Stefano d'Albert, nato di mediocre condizione in Malmonte diocesi di Limoges , già giudice maggiore della siniscalchia di Tolosa, poscia Pontefice nel 1352 col nome di Innocenzo VI; 
  7. Adimaro Robert, parente del Papa, morto in Avignone nell'anno 1343, e sepolto nella Certosa di Villanova; 
  8. Bernardo de la Tour d'Auvergne, zio della moglie d'un parente del Papa, morto di peste in Avignone nel 1361; 
  9. Guglielmo de la Juice, nipote del Pontefice, arciprete vaticano, morto in Avignone ai 28 aprile 1374, e sepolto nel monastero di Casa di Dio nell'Auvergne; 
  10. Elia de Nabitan di Perigord, morto in Avignone nel 1350.
La seconda promozione fu da lui fatta a' 27 febbraio 1334, in Vil-
lanova presso Avignone , elevando alla porpora due Cardinali: 
  1. Pietro Bertrand del Delfinato, cancelliere della regina Giovanna I signora di Provenza, ed a sue istanze promosso. Morì in Avignone nel 1361, e fu sepolto nel monistero de' celestini in Colombier ; 
  2. Nicolò de' Bessi del Limosino, nipote del Papa, creato ad istanza di tutto il sacro Collegio, e morto nel 1369 in Roma ove accompagnò Urbano V.

La terza promozione Cardinalizia fu fatta da Clemente VI in Avignone ai 29 marzo 1348, nel solo suo nipote:
  1.  Pietro Roger di Beaufort, figlio del conte Guglielmo, il quale ancor vivente giunse a vedere suo fratello Clemente VI, e questo suo figlio Pontefice nel 1370 col nome di Gregorio XI, insieme ad un altro fratello, due nipoti e cinque cugini Cardinali. 
Nell'anno poi 1351, il Papa ai 18 dicembre, colla quarta promozione, annoverò in Avignone al sacro Collegio i seguenti dodici Cardinali: 
  1. Egidio Albornoz-Cardio spagnuolo, legato pressochè di tutta l'Italia, con l' amministrazione dello stato ecclesiastico, che ricuperò dagl' invasori, i quali aveano profittato della residenza de' Papi in Avignone. Perciò tornato in questa città il Papa gli die' il titolo di Padre della Chiesa, aggiungendovi Urbano V quello di Vindice della libertà ecclesiastica. Nella morte di lui, avvenuta nel 1367 in Viterbo, concesse Urbano V l'indulgenza dell'Anno santo, a chi per un tratto di strada avesse portato la lettiga del cadavere di Egidio, fino a Toledo, per cui fecero a gara quattro persone di trasportarla. Ivi fu sepolto eziandio in magnifico avello, nella chiesa di s. Idelfònso; 
  2. Guglielmo d'Agrifoglio, detto il seniore, di Limoges, parente del Papa, morto di       pag.182                                                                                                                                    peste in Viterbo nel 1369 ; 
  3. Raimondo di Canillac, nipote del Pontefice, morto in Avignone nel 1373, e sepolto in Magalona; 
  4. Pastore de Savratz Sarratz di Viviers, morto in Avignone nel 1354, o 1356, e seppellito nella chiesa del suo Ordine dei minori ; 
  5. Pittaino di Montesquieu d'Auch, morto nel 1355; 
  6. Nicolò Capocci, romano, pronipote di Onorio IV, cancelliere di Giovanni II re di Francia, morto nel 1368 in Montefiascone ; 
  7. Arnaldo, Ponzio di Villemur, tolosano, morto in Avignone nel 1355 ; 
  8. Giovanni du Moulin d'Aquitania, lettore del sacro palazzo nel 1347, morto in Avignone nel 1353, e sepolto in Tolosa ;Rinaldo Orsini romano, arciprete della vaticana, morto in Avignone nel 1374, e sepolto nella detta basilica ; Giovanni d' Euse di Cahors, pronipote di Giovanni XXII, congiunto de' parenti del Papa, morto di peste in Avignone nel primo agosto 1361, ed ivi seppellito; 
  9. Pietro de Gross Corson del Limosino, parente del Pontefice, morto di peste in Avignone nel 1361 ; 
  10. Egidio Rigaud de Roussi, limosino, morto in Parigi nel 1353. 
Alcuni asseriscono, che in questo Pontificato furono creati altri tre Cardinali, di cui però non si fa menzione dai più accurati scrittori.

In Avignone Clemente VI creò nel pubblico concistoro del 1344, e coronò Lodovico di Spagna, conte di Chiaramonte in Francia, e figliuolo di Alfonso della Cerda, cognominato l'Eseredato, a re delle sette isole Fortunate, o Canarie (Vedi) situate alla sinistra nell'uscir dello stretto Graditano, o di Gibilterra, nel mare Atlantico, a fronte del regno di Marocco. Gliene diede il
Papa il possesso con legge, che procurasse di farvi introdurre il lume della fede cristiana, e sotto annuo tributo le tenesse in feudo della Chiesa Romana. Prese in quell'atto il Pontefice per argomento della sua concione, o allocuzione in concistoro quelle parole de' Numeri: Faciam principem super gentem magnam. 
Andò ad Avignone in solenne cavalcata il nuovo re colla corona in capo, e collo scettro in pugno ; ma turbò la solennità , come riferisce l' annalista Spondano, una pioggia strabocchevole, che cadde di repente. Fu poi chiamato questo Lodovico il Principe della fortuna, e da lui si propagò nei suoi posteri l'illustre famiglia della Cerda in Castiglia, che, fra gli altri ducati e stati, possiede il ducato di Medinaceli in Andalusia. Non giunse però Lodovico mai al possesso di quelle isole, perchè gli mancarono gli aiuti del re di Castiglia e di Portogallo, ancorchè in ossequio del Papa gli scrivessero di sottoporsi a quella disposizione, nonostante i diritti che sulle isole stesse pretendevano avere.
Un'altra volta, al tempo di Clemente VI, passò in Avignone, con Carlo IV suo figliuolo, Giovanni re di Boemia nel principio del 1346, ed allora senza partecipazione del re di Francia s'intavolò il trattato dell'imperio per Carlo IV. Nel medesimo anno le pioggie furono così continue e dirotte per l'Italia e per la Gallia, che, distrutta ogni messe per la soffocazione della semenza, fece soffrire gran penuria anche in Avignone, e nel Venesino. A' 21 giugno 1347, non essendo ancor fabbricata nel palazzo Pontificio alcuna cappella idonea per le solenni funzioni, Clemente VI canonizzò s. Ivo di Brettagna nella sala stessa 
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del convento de' padri predicatori, nella quale Giovanni XXII avea canonizzato s. Tommaso d'Aquino. Più aspro, che la penuria del 1346, fu il flagello scaricatosi dalla mano di Dio nello stesso anno 1346, e che continuò fino al 1349, ad affliggere miseramente il mondo. Originata dal gravissimo puzzo di un acceso vapore , che propagatosi orribilmente nell' Indo-Scizia per largo tratto consumò alberi, animali, divenne la peste cosi mortifera, che desolò l'Asia , l'Egitto, la Grecia, l'Isole del mare Egeo, del Mediterraneo e dell'Adriatico, e devastò pure l'Europa, e l'Africa, durando cinque mesi per ogni luogo, non solo pel contatto, e per l'alito, ma pel respirare che facevasi di quell'aere. Appena il terzo de' viventi rimase illeso, ed in alcune provincie appena una decima parte degli abitanti fu salva. Firenze ebbe sessanta mila morti. Avignone, col contado Venesino, nell'acerbità del morbo , fu confortata dalla paterna sollecitudine di Clemente VI, il quale, specialmente con Avignone, praticò ogni atto pietoso, facendo a sue spese nutrire e curare gl'infermi, seppellire i cadaveri, ed erigere per la loro quantità un cemeterio, con chiesa, che dotò di annue rendite, e che intitolò in onore della B. Vergine. Fece per altro la peste in Avignone strage maggiore nella quaresima del 1348, e ne' tre giorni precedenti alla quarta domenica, morirono nella città mille quattrocento persone.

Si era spento il furore di questa peste, quando Giovanna I, regina di Napoli, e contessa di Provenza, ritrovandosi in Avignone, con l'assenso del suo secondo marito Lodovico di Taranto ivi presente, vendè questa città al sovrano Pontefice
Clemente VI, ed alla Santa Sede, pel prezzo di ottanta mila fiorini d'oro realmente sborsati a' 9 giugno 1348. Confermò tal vendita ai 21 dello stesso mese, e ne ricevette poscia l'approvazione dall' imperatore Carlo IV, con editto dato in Gorlic il primo novembre 1348, col quale affiancò lo stato d'Avignone e della Provenza dal legame dell'imperio, da cui dipendeva, siccome parte dell'antico regno d'Arles. Quindi Clemente VI rimosse l'arma della regina dalla casa pubblica della città d'Avignone, e vi fece collocare gli stemmi Pontificii. In luogo della città quadrata, furono perciò poste nell'arma tre chiavi, ognuna delle quali era collocata a certa distanza sopra l'altra, ed acciocchè non perdesse affatto l'arme antica, lasciò che due grifalchi in piedi sostenessero lo scudo cogli artigli e col becco. A maggiore schiarimento di questa vendita, aggiungeremo, che essendo stato ucciso, a' 17 settembre 1344 in Aversa, Andrea d'Ungheria, marito della regina Giovanna I, non senza grave sospetto sulla reità di lei, Lodovico I re d'Ungheria, fratello del defunto, vedendo che nei processi ordinati da Clemente VI contro gli autori del barbaro delitto, erano stati esclusi i principi del sangue e la regina, dalla fama accennata per principale autrice del misfatto, si recò con esercito nel regno di Napoli , cui facilmente conquistò ed imprigionò varii dei detti principi, meno Lodovico di Taranto, amante e parente della regina, che la seguì. Qui giunta la regina fu trattenuta in custodia nella fortezza di Aix. Della qual cosa intimorito Lodovico di Taranto, recossi in Avignone, ed impetrò da Clemente VI, che Giovanna
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I fosse liberata. Uscita dalla prigionia, andò essa subito in Avignone , e vi entrò a' 15 marzo del 1348, incontrata da alcuni Cardinali, e distinta con quegli onori, che era solita la Santa Sede a praticare agl'individui di sangue regio. Ammessa dal Pontefice all'udienza in pubblico concistoro, la regina con molta facondia e vigore rispose alle accuse degli ambasciatori ungheresi ; indi impetrò da Clemente VI la dispensa dalla consanguineità per congiungersi in matrimonio con Lodovico di Taranto, che allora assunse il titolo di conte di Provenza.

Con tuttociò il Papa non tralasciò la procedura giudiziaria contro i regii coniugi ; ma la regina protestò esser quello il tempo di rintuzzar colle armi l'invasore del regno Lodovico I, il quale l'aveva costretta ad abbandonarlo, e non già di rispondere ai giudizii. Le quali proteste con sicurezza ella faceva; perocchè, alienati gli animi de' napolitani per lo rigore, e per le vessazioni de' ministri ungheri, aveano richiamata Giovanna I, acciò colle forze provenzali si unisse alle loro. Pertanto essa, insieme a Lodovico suo nuovo marito, si rivolse ad ammassar denaro per munirsi di forze opportune. Impegnarono le gemme, ottennero dal Papa il sussidio delle decime ecclesiastiche, ma ciò non bastando a noleggiar, come fecero, dieci galere dai genovesi, ed a prendere al loro soldo il tedesco Vuarnero con mille duecento soldati a cavallo, ed a fornirsi di altri militari apparecchi, fu risoluto in consiglio dalla regina, di vender, come dicemmo, al Pontefice la città d'Avignone per ottanta mila fiorini d'oro, somma in quel tempo considerabile, ed equi-
valente a scudi duecento mila romani, come si ha dalle lettere di Clemente VI riferite dall' Oldoino, e dal Rinaldi. Veggasi l'istromento di vendita pubblicato dal Brovio ne' suoi annali, e dal Noguier, non che la Bolla, Etsi deceat munificentiam, dell' imperatore Carlo IV, colla quale approvò, e riconobbe legittima l' alienazione di Avignone, trasferendo nei Papi il dominio, e tutti i diritti, che potevano avere gl' imperatori sulla città di Avignone, pertinenze e distretto. Tale è l'origine della vendita di Avignone alla sede Pontificia.
Clemente VI proseguì allora ad edificare il palazzo Apostolico di Avignone, come potrà vedersi all'articolo, Palazzo Pontificio di Avignone; anzi incominciò la fabbrica delle muraglie nuove della città, stendendole dalla rocca di Doms, fino alla porta del Rodano; e facendo rifare quattro arcate del ponte, che la rapidità delle acque avea atterrate. Nel 1350, Clemente VI scomunicò il Visconti arcivescovo e signore di Milano, ed invasore di Bologna, perchè citato non era comparso in giudizio. Successivamente mandò un legato in Italia, comandandogli, o di far che l'arcivescovo restituisse Bologna, o che fosse deposto. Ricevette l'arcivescovo con molta sommissione il legato, e dettogli che la domenica seguente gli avrebbe data risposta condegna nel duomo, dopo avere in quel giorno celebrata solennemente la messa, così com'era vestito sacerdotalmente, impugnò con la sinistra una croce, e con la destra .una spada ignuda ; ed alla presenza di tutto il popolo, disse al legato mostrando la croce: questo è il mio spirituale, e voglio che la spada sia il temporale per 
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la difesa del mio dominio. Il che udito, si commosse il Pontefice per quella insolenza, e citò immantinente il Visconti a comparire in Avignone. Questi inviò il suo segretario in quella città per pigliare a pigione tutti gli alberghi, e le case che trovar si potessero, ed apparecchiarvi il necessario per dodicimila cavalli, e per seimila pedoni. Come ciò ebbe effetto, non trovandosi più alloggi pegli stranieri, che concorrevano per negozii alla corte Pontificia, Clemente VI chiamò a sè il detto segretario, e fattolo rimborsare delle forti somme spese, lo rinviò a Milano, con ordine che dicesse al suo signore di sospendere il viaggio. La maggior parte però degli scrittori negano la verità di questo fatto.

Soggiornò di frequente Clemente VI a Villanova presso Avignone, e dal Vadingo, e dal Rinaldi sono riportate varie lettere scritte da quel luogo, come p. e. a Costantino re d'Armenia, a Pietro IV re d' Aragona, al doge di Venezia, ed a varii distinti prelati. Finalmente, avendo governato dieci anni, e sette mesi meno un giorno, morì Clemente VI in Avignone ai 6 dicembre 1352. Il suo corpo fu depositato nella cattedrale di Avignone, e nell'anno seguente fu trasferito al monistero di Casa di Dio nell' Auvergna, e poi, per la rabbia dei calvinisti ugonotti , ebbero le sue ceneri la sorte stessa di quelle di Clemente V, che nel 1577 furono sparse all'aria ad Usesta. Ciò è riportato dal Masson nella vita di Clemente V.
In tempo di Clemente VI ritornò il Petrarca a soggiornar in Avignone e nel contado Venesino, dopo essere stato coronato in Campidoglio da Orso conte dell'Anguillara senatore di Roma, e dopo aver di-
morato in Napoli cappellano della regina Giovanna I nel 1343, recandosi quindi nella solitudine di Valchiusa, antica sua delizia. 
V. Burio RR. PP. brevis notitia in vita Clementis ' VInonchè gli autori della vita di questo Papa, presso il Baluzio tom. II, e Novaes tom. IV pag. 126 e seguenti, della Storia de' Sommi Pontefici.
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di Giuseppe de Novaes

TOMO QUARTO
3°EDIZIONE
ROMA 1821
IV.
pag. 128-129-130

Giunta che fu a Roma la nuova di questa elezione, i Romani, come aveano fatto a Clemente V., a Giovanni XXII. , e a Benedetto XII. , cosi ancora a Clemente VI. spedirono 18. Ambasciatori , de' quali erano 6. di ciascuno degli stati, scelti dalle primarie case di Roma , (b) alla testa de' quali v'erano Stefano Colonna , e Francesco de Vico , e poi replicarono un'altra ambasceria , per cui fu nominato il famoso Petrarca, ornato nell'anno precedente colla corona poetica di alloro, pregando il Santo Padre di portarsi colla curia in Roma . 
Ma egli si scusò di farlo , col motivo di attendere con maggiore opportunità a riconciliare i principi cattolici, mentre durava ancora la guerra tra i Francesi ed Inglesi, e di provvedere alle cose di Spagna , che si trovava in istato poco felice . 
A tutto ciò in fatti si applicò subito Clemente con somma diligenza, e per meglio riuscirne , pubblicò sentenza di scomunica a chi avesse armato alcun legno per entrar colle armi in Francia , o per assalire il Regno d'Inghilterra , che per ciò e per le altre diligenze , che adoperò , consegui nell'anno seguente 1343. l'armistizio per tre anni, affaticandosi nel tempo medesimo in far la pace tra Pietro Re d'Aragona , e Jacopo Re di Majorica , a' quali spedì suo Legato il Cardinal Bernardo d'Albi, in luogo del Cardinal Andrea di Firenze, morto a Perpignano nell'andare a questa Legazione , il quale ottenne la tregua di alcuni anni fra questi due Principi .
(b) Baluzio Tertia Vit. Clem. VI. pag. 286.
V.
Nell'anno stesso 1342. a'20. Dicembre Clemente fece in Avignone la prima Promozione de' dieci seguenti Cardinali , per la maggior parte suoi parenti , nove Francesi, ed un solo Italiano .....
..... Andrea Gini Malpighi, nobile Fiorentino, intimo amico, e consigliere del Re di Francia Filippo VI., che lo nominò Vescovo d'Arras , donde fu trasferito a Tournay, dov'era stato Canonico, e quindi per impegno del Cardinal de Perigueux fatto Prete Cardinale di s. Susanna , morto nel 1343. in Perpignano , mentre si portava Legato nella Spagna per pacificare il Re d'Aragona con quello di Majorica , avendo nel tempo del suo Cardinalato fondato il monastero di s. Benedetto in Firenze, il collegio de' Lombardi nel suo Palazzo a Parigi, e il collegio di Tournay in Padova .
 anno 1342





LXXXV. 
pag.156


Fa d'uopo credere, che la virtù di questo illustre personaggio fosse singolare , mentre volendo il santo Padre provvedere il Sacro Collegio di nuovi Cardinali, fece ai 20. del mese di Settembre una promozione di dieci soggetti, tra i quali il primo fu il mentovato Elia, il quale fu creato Cardinale prete del titolo di s. Vitale , e gli fu lasciata in amministrazione la stessa chiesa di Nicosia . Il secondo fu Guido di Boulogne, il quale nell'anno 1240, era salito su la cattedra di Lione, e fu creato Cardinale di s. Cecilia, il terzo fu Almerico di CastelIo nella diocesi di Limoges, il quale era auditore delle lettere contradette , ed attualmente vescovo di Chartres, ed ebbe il titolo di s. Martino ai monti, il quarto fu Andrea di Ghino Malpigli nativo di Firenze , il quale avea fondato il collegio dei Lombardi in Parigi, nell' anno 1334. era stato trasferito dalla sede di Arras alla cattedra di
Rayn. n. 23.

Tournai . Egli fu fatto Cardinale prete del titolo di s. Susanna , il quinto fu quello Stefano Aubert vescovo di Clermont, che creato Cardinale dei ss. Giovanni e Paolo succedè a Clemente VI. sotto il nome d'Innocenzo VI., il sesto fu Ugone Rogerio fratello del medesimo Santo Padre , il quale era stato destinato alla cattedra di Tulle ,  motivo , pel quale fu quindi conosciuto sotto nome di Cardinale TulIense , e fu promosso al titolo di s. Lorenzo in Damaso. Gli altri due erano nativi di Limoges . Il primo di essi fu Aimaro Robert, che fu creato Cardinale del titolo di s. Anastasia ed il secondo fu Gerardo de la Garde parente del medesimo Pontefice , e Maestro generale dell'ordine dei Predicatori , i| quale fu promosso al titolo di s. Sabina . I due ultimi Cardinali creati in quella promozione furono i diaconi di s Eustachio , e di s. Maria in Cosmedin, delle quali chiese furono provveduti Bernardo de la Torre nell' Auvergne , il cui fratello si era congiunto in matrimonio con una nipote de! Pontefice , e Guglielmo de la Lugie nipote per parte di donna di esso Clemente VI.
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RESTA ANCORA LA DOMANDA INIZIALE:
ANDREA GINI O GHINI DE' MALPIGLI O MALPIGHI
QUANDO E DOVE E' NATO?
COME SCRITTO SUL SUO RITRATTO, NOI LO PENSIAMO SANMINIATESE E CONTINUERO' A RICERCARE NOTIZIE IN MERITO...
SE NE AVETE...
 MANDATEMI UNA MAIL. GRAZIE!


Rita Costagli
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segue...

1 commento:

  1. Esiste un libro, di cui non ricordo l'autore (forse Robero Boldrini?) che parla dei cittadini illustri sanminiatesi.

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