LUNEDì 15.11.2010
Ritorno a Villa La Selva.
Vedi mio post precedente:
http://sanminiatoaltedesco.blogspot.com/2010/10/passeggiata-villa-la-selva-tenuta-di.html
Sabato mattina, Francesco Fiumalbi, mi ha prestato un libro splendido:
PAESAGGI DI VILLA NEL TERRITORIO DI SAN MINIATO
a cura di FEDERICO BRACALONI,
testi di (vari scrittori tra cui) Roberto Boldrini,
edito da Pacini e
edito da Pacini e
libro panettone della Cassa di risparmio di San Miniato 2008
(Se qualcuno possiede una doppia copia di questo libro,
lo accetterei volentieri in regalo o a prezzo modico)
Alla pag. 165 il capitolo si intitola:
SAN MINIATO, POGGIO AL PINO - "LA SELVA"-
VILLA BUONAPARTE, VANNUCCHI, RIDOLFI,PELLESCHI, LANDI e
MASINI (attuali proprietari)
MASINI (attuali proprietari)
di Federico Brucaloni.
Inizia così:
... "Strategicamente disposta sulla sommità collinare, in una pregevole posizione panoramica che volge lo sguardo verso il nucleo di San Miniato ..." dal lato ovest, ossia verso il tramonto.
" ... la Villa Buonaparte , La Selva, oggi Masini, è raggiungibile da un esteso viale di cipressi che si snoda sul crinale, individuando un chiaro segno paesaggistico, sinonimo della toscanità più autentica. ..."
(vedi, anche, lo studio sui cipressi fatto da SMARTARC:
Federico Brucaloni, prosegue dicendo:
" ... Già nella mappa dei Capitani di Parte del 1585, compare la casa di Benedetto Buonaparte con colombaia (1), mentre nelle carte del catasto Leopoldino (1820 circa), il fabbricato principale è registrato come "villa".
L'originaria funzione produttiva della tenuta, ancora oggi vivacemente conservata, è rimarcata dalla fisionomia architettonica della villa dove si individua il corpo basso ( in questa foto, sulla dx) ..."
"... e più remoto, della fattoria collegata al volume quadrangolare della struttura settecentesca dominata superiormente da una torre belvedere ... "
"... Giovanni il Ghibellino, o Guido di Giovanni, capostipite del ramo sanminiatese dei Buonaparte, dopo essere stato bandito da Firenze nel 1268, aveva trovato rifugio nella proprietà del Canneto, dove aveva rintracciato una piena solidità economica di natura fondiaria: tra i possedimenti enumerati, compare anche la Selva posta in produzione da Flaminio Buonaparte nel XVIII secolo (2). ..."
"... Secondo la ricostruzione storica, di Rita Romanelli, alla quale questo stesso studio fa riferimento (3), la tenuta alla selva al Pino, comprensiva di "case per lavoratori", ...
.. era passata, nel 1678, dalle mani di Francesco Buonaparte, ai fratelli Jacopo e Niccolò e, da quest'ultimo, era giunta nel 1714 ai fratelli Gregorio, Flaminio e Giuseppe. ..."
Questa casa di contadino con piccionaia, si trova a metà salita.
Da qui sopra l'uliveta si può mirare la rocca federiciana e una parte del convento francescano.
Verso est, si può ben vedere la Chiesa dei S.S. Filippo e Giacomo del Pino di Ponte a Elsa, dove canonico è Don Lido Freschi.
Di fianco alla chiesa si può notare un grande Pino, ma non è il solo, altri due di media grandezza si trovano sulla destra, dietro all'osteria della Priora e altri pini secolari si trovano, invece, nel parco di Villa La Selva, situata appunto nella Località di Poggio al Pino.
E' inoltre visibile, perché vicina in linea d'aria, la Chiesa di Sant'Angelo sopra Vico Wallari, dove pievano è Don Pomponi.
E' visibile, inoltre, la Chiesa di S. Pietro alle Fonti di La Scala.
Voltandosi verso est, si vede una torre d'avvistamento (probabilmente medievale).
Ed a sud - est, ancora, si può vedere un borgo, che presumo sia Castelnuovo d'Elsa, ma non ne sono convinta.
A nord - ovest, invece, possiamo vedere Fucecchio, tra le nebbie risalenti dal padule.
Verso nord est, possiamo notare la chiesa di S. Stefano alla Bastia e dietro questa, spiccano i capannoni del Terrafino, sul cui sfondo si intravede Sovigliana.
Con un po' meno zoom, ecco compare la Villa della Bastia, nella quale, presto inizieranno i lavori di ristrutturazione, posta alla sinistra della Chiesa di S. Stefano protomartire alla Bastia.
Avvicinandomi alla Villa La Selva, risalendo la strada sterrata, ecco compare davanti a me, un pino secolare.
Parcheggio la mia "carretta" e scendo, ritrovandomi tra gli olivi e le olive da cogliere di proprietà dell'azienda agricola IL POGGIO.
Poco più in là una quercia mi fa emozionare, con i colori delle sue foglie arrugginite.
Ecco finalmente, mi appare, tra le piante perenni, Villa La Selva.
La Villa possiede tante finestre dalle persiane color blu aviatore, che spiccano sul " ... l'elegante gioco calligrafico e cromatico (il bianco delle cornici ed il beige del fondo) delle superfici parietali esterne disegnate geometricamente con motivi a riquadri e specchiature romboidali. ..."
Dal punto dove ho parcheggiato si apre una scalinata tra i cespugli geometricamente potati e tra roseti sfioriti.
" ... A Gregorio Buonaparte - fratello di Flaminio e canonico della cattedrale di San Miniato - si deve la costruzione, nel 1734, di un oratorio - posto di fronte al prospetto meridionale della Villa - circondato "di alcuni cipressi tenuti bassi" che rendono la cappella "più vaga e bella" (7). ..."
Sopra un cespuglio rotondo, si eleva il piccolo campanile di una chiesetta.
Ecco pian piano l'oratorio traspare dai cespugli.
Immagino come sarà bello questo luogo in primavera con tutte le rose fiorite.
Mi diverto a zummare sulla facciata posteriore, e immortalare il contrasto delle foglie color marrone bruciato, il beige e l'azzurro avio.
"... Antonio Filippo Buonaparte, canonico di Santa Lucia a Calenzano, morendo nel 1799 lascia i propri beni alle famiglie indigene delle sue parrocchie; l'impugnazione del testamento da parte degli eredi, conduce al parziale recupero delle proprietà: tra i beneficiari vi è Giuseppe Moccio che lascia il patrimonio a Carlo Maria Buonaparte, padre di Napoleone....".
Dalla strada cantonale, intravedo un altro stabile, adiacente alla Villa, che la scorsa volta (il 28 settembre) io e le bimbe abbiamo osservato da vicino: la cantina, dove si effettuano le lavorazioni dell'uva.
"... Le proprietà, passando nelle mani dell'accademico Riccardo Vannucchi, docente dell'Ateneo pisano, giungono in possesso dei marchesi Ridolfi che nella seconda metà dell'Ottocento, promuovono un vasto programma di riordino ed ampliamento del patrimonio edilizio, restaurando la villa, realizzando un nuovo manufatto ad uso cantina connotato, come oggi appare, da prospetti disegnati da nastri orizzontali in bicromia (beige e rosso vinaccia). ..."
Mi diletto a fare una serie di scatti di natura botanica:
Mi avvicino all'oratorio:
E' veramente bella questa Villa che un tempo apparteneva al padre di Napoleone Buonaparte.
" ... Cosimo Ridolfi (1794-1863), figlio di Luigi, rifugiandosi dopo i moti del 1831 nella fattoria Meleto a Montaione, fonda un Istituto Agrario, noto per le sperimentazioni botaniche svolte anche nella tenuta della Selva. ... "
" ... E' attribuibile allo stesso Cosimo Ridolfi, il disegno del giardino formale - posto nella parte meridionale della villa - organizzato in funzione delle vedute sul territorio - con stazioni di sosta, punti belvedere, berceaux - secondo una ricercata teatralità. ..."
" ... Villa, parco e paesaggio costituiscono un unico allestimento:
il giardino è pensato quale continuità naturale delle coltivazioni, assumendo - secondo la cultura romantica - un ruolo cardine nella costruzione di quadri pittoreschi enfatizzati anche dalla presenza di boschetti domestici nati dalla riconversione delle ragne preesistenti. ..."
Durante il Novecento, la tenuta è passata dalla famiglia del Pelleschi, al Landi, fino ai Masini, gli odierni proprietari ai quali si deve un vasto programma di restauro architettonico
e paesaggistico, recuperando i manufatti mediante principi conservativi, promuovendo un ampliamento delle aree produttive - prevalentemente costituite da vitigni e uliveti -
secondo criteri di coltivazione biodinamica, affiancando allo storico giardino formale, nuove sistemazioni arricchite dalle collezioni botaniche di rose,
di ortensie,
di agrumi,
dando dunque continuità alla tradizione Ridolfiana. ... "
Finalmente sono vicina all'oratorio, sono venuta apposta per vederlo e fotografarlo.
Noto sul lato ad est, in mezzo alle due finestrelle, un'immagine sacra. Avvicinandomi vedo che si tratta della Madonna Addolorata, fèstività venerata il 15 settembre.
La facciata della cappella - oratorio è semplice.
Un'altra immagine sacra resta sopra lo stipite e una targa che evidenzia l'anno di ristrutturazione, ossia il MCMIV (1904)
Di fronte si trova un ingresso secondario della fattoria, con sopra lo stema di Villa La Selva : Homo Hominis Deus.
Vedi nel riflesso del vetro della porta finestra, nel quale sono specchiata anch'io, la facciata dell'oratorio.
Mi guardo intorno per vedere se c'è qualcuno a cui chiedere se posso visitare l'oratorio, ma non vedo anima viva.
Alzo ancora uno sguardo a quella ceramica dipinta cervando di individuarne i contenuti e mi sembra di riconoscere l'Annunciazione dell'Arcangelo Gabriele a Maria, festività liturgica del 25 Marzo
La porta è socchiusa, per cui spingo l'anta dx ed entro.
Le pareti sono tinteggiate di celeste, mentre l'altare ed il bordo da terra, alto circa un metro, di rosa.
Le panche di legno hanno l'inginocchiatoio ricoperto di velluto dorato ed il pavimento è in marmo in tonalità sale e pepe diagonale.
Il fonte battesimale in marmo bianco carrara, mi fa ricordarel'antico fonte di San Genesio smarrito o andato distrutto.
Le 4 finestrelle che danno aria alla cappella, hanno i vetri color acquamarina.
Anche all'interno dell'oratorio, è affrescato il simbolo o stemma della Villa.
Sopra vi sono delle lapidi poste in tempi diversi, e fatte on partite di marmo di diversa tonalità e venatura
Una antica conchiglia fa da ampolla per l'acqua santa.
Mi avvicino all'altare e prego in silenzio.
Il tabernacolo bianco e oro risalta sul marmo azzurro di dubbia autenticità cromatica. Ed ancora sull'altare si trova un'icona russa in argento raffigurante la Maternità divina.
Ai piedi dell'altare noto un calco in gesso raffigurante la Natività del Signore e Sacra famiglia, con l'adorazione dei pastori e del popolo.
In cima alla parete dell'altare il simbolo dell'ostia consacrata con l'iscrizione JHS
Macro di un giglio bianco simbolo di purezza.
Macro icona russa.
Macro Tabernacolo.
macro su tovaglia intagliata e ricamata.
Nella stanzetta posta lateralmente all'altare lato sx ovvero ad ovest, che funge da sacrestia e confessionale, Vi è appesa una scultura di Madonna con bambino
Particolari: lampada al soffitto.
Finestra con vetro sagomato-
Confessionale e ripostiglio
Vista sull'altare dalla mini-sacrestia
Visione sulla parte a sud
Vicolo in direzione ovest, di fronte all'oratorio
Conca i gerani sfioriti e vasi di limoni lungo il prato ben curato.
sorta di giardino con prato all'inglese, delimitato da una serie ritmata di piante di limoni in vaso, posto su 2 livelli, decrescendo con scale semicircolari, a mo' di anfiteatro con vista su San Miniato
Lato ovest dell'oraorio: La parte + bassa è la cosiddetta sacrestia - ripostiglio.
Pioppi antichi tra 2 siepi.
scalette e terrazzamenti
cancello lato nord
cipressi, limoni e olivi.
castagne cadute da un albero
foglie autunnali sul verde prato
castagna e sassi
vista lato nord, o retro villa e oratorio